VENERDÌ 23 APRILE ORE 19:45

The Fountains of Za'atari di Margherita Moscardini

19:45 del 23 Aprile

in collaborazione con Collezione Maramotti
Dialogo con Margherita Moscardini e Sara Piccinini, presentato da Luisa Bravo

TRAILER

The Fountains of Za’atari è un articolato progetto dell’artista Margherita Moscardini sviluppato dal 2015 a partire dallo studio dei campi per rifugiati come realtà urbane destinate a durare.

Anche se ancora concepite come realtà temporanee, secondo UNHCR, Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, la durata media di un campo è 17 anni.
Il campo per rifugiati di Za’atari nasce nel 2012 in un’area semidesertica al nord della Giordania, per accogliere i siriani in fuga dalla guerra. Nel 2014 raggiunge una popolazione di 150.000 persone, diventando il secondo campo più grande al mondo. Oggi i residenti sono circa 80.000 e Za’atari è riconosciuta, per estensione, come la quarta città della Giordania.
Moscardini ha lavorato fuori e all’interno del campo tra il settembre 2017 e il marzo 2018, realizzando un censimento dei cortili con fontana costruiti dai residenti all’interno delle proprie case. Questa mappatura è stata realizzata in collaborazione con la giornalista Marta Bellingreri e il gruppo di lavoro diretto dall’ingegnere Abu Tammam Al Khedeiwi Al Nabilsi, con lo scopo di produrre un libro-catalogo dei cortili.
Il progetto The Fountains of Za’atari è un dispositivo pensato per generare un sistema di vendita delle sculture che riproducono in scala 1:1 i modelli di cortile con fontana di Za’atari e potranno essere acquisite da amministrazioni o istituzioni cittadine e presentate in spazi pubblici europei. L’ideatore della fontana sarà il diretto beneficiario della vendita, generando così un sistema virtuoso di sostegno dell’economia del campo.

Nell’idea di Moscardini le sculture generate su modello dei cortili con fontana dovranno beneficiare di una giurisdizione speciale con elementi di extra-territorialità, che con il tempo le qualifichi come spazi sopra cui la norma è sospesa, “buchi neri, power vacuum su suolo nazionale”.
Questa ambizione risponde alle domande dell’artista: com’è possibile trasferire la condizione di colui che senza stato cerca rifugio, in termini plastici? Fuori dal simbolo, cos’è un oggetto portatore di tutte le immunità di cui (per particolari convenzioni) beneficiano organismi e stati del pianeta?

Una prima tappa del progetto The Fountains of Za’atari era stata presentata presso la Fondazione Pastificio Cerere di Roma nel 2018, grazie alla vittoria della prima edizione del bando Italian Council promosso da MiBAC. A Reggio Emilia presso la Collezione Maramotti il progetto di Moscardini cresce e si arricchisce di un importante livello di elaborazione, attivandosi come dispositivo completo di tutti i suoi elementi.
Nel corso del Festival Fotografia Europea 2019 l’opera The Fountains of Za’atari viene inaugurata presso il Parco Alcide Cervi di Reggio Emilia: Realizzata in marmo di Carrara, è composta da un piedistallo, formato da un decagono che riprende la fontana originale, mentre, sopra di esso, un piano inclinato riprende i rilievi del cortile di Za’atari, per riprodurli sulla superficie, come una sorta di topografia.
E’ da poco stato pubblicato il libro dedicato al progetto è costituito da due volumi. Include una guida non autorizzata del campo – illustrato attraverso i suoi monumenti privati – che in quanto catalogo funziona da strumento per l’acquisto (e la riproduzione) dei modelli di cortile con fontana da parte di altre amministrazioni e istituzioni europee. Il secondo volume accoglie alcuni sostanziali contributi teorici sui temi toccati dalla ricerca di Moscardini: il ruolo sempre più importante delle città come organismi capaci di reagire con efficienza alle mancanze degli stati nazionali, che oggi più che mai reclamano la propria sovranità; la necessità di ripensare i campi per rifugiati come aree urbane destinate a durare e perfino come modelli potenzialmente esportabili; la creazione di un sistema virtuoso di vendita delle fontane/sculture per implementare l’economia del campo; lo studio di un percorso giuridico per attribuire alle sculture elementi di extra-territorialità, nella prospettiva di poterle qualificare come oggetti sopra cui la norma è sospesa; la condizione di colui che senza stato, cerca rifugio, come paradigma del nostro tempo.
Infine, nella Pattern Room della Collezione Maramotti sarà presentata una mostra temporanea con elementi di approfondimento sul progetto: opere, video e disegni elaborati da Margherita Moscardini nel corso degli ultimi anni.

The Fountains of Za’atari è un progetto supportato da Collezione Maramotti
con la collaborazione del Comune di Reggio Emilia

Margherita Moscardini è nata a Donoratico, Livorno, nel 1981. Vive e lavora a Donoratico, Castagneto Carducci. Ha studiato Antropologia Culturale e frequentato il XIV CSAV, Fondazione Antonio Ratti di Como con Yona Friedman nel 2008. È stata artista ospite del MMCA di Seoul, dell’ISCP di New York e borsista della Italian Academy for Advanced Studies in America, Columbia University, New York. Inoltre ha vinto nel 2007 la prima edizione del premio Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli, realizzando un intervento permanente nella casa circondariale Le Vallette di Torino. Il suo lavoro è stato esposto all’IIC di Istanbul, al SongEun ArtSpace di Seoul, alla Fondazione MAXXI di Roma e a Palazzo Reale, Milano. Tra le mostre personali si segnalano:The Fountains of Za’atari, Fondazione Pastificio Cerere, Roma (2018); Annexe – 1xUnknown, Ex-Elettrofonica, Roma Istanbul City Hills, Istituto Italiano di Cultura, Istanbul (2013); 1XUnknown, Macro, Roma (2012); A project for the Ancient Bath, CCA Artoday, Plovdiv, Bulgaria (2010); Terza Stanza, SpazioA, Pistoia (2008). Tra le mostre collettive: Open /Base, Base progetti per l’arte, Firenze (2016); Past For Ward, Centro Arti visive di Pietrasanta (2013); Oltre il giardino, Palazzo Fabroni, Pistoia (2013); Emerging Talents 2011, CCC Strozzina, Palazzo Strozzi, Firenze (2011); Premio Ariane de Rothschild, Palazzo Reale, Milano (2011); Coll-Leccio, Art Foundation Mallorca, CCA, Andrax (2010); Ausstellung am Ende des von Peter Friedl geleiteten Workshops, Fondazione Spinola Banna, Poirino, Torino (2009); Public Improvisations“, Care of c/o Fabbrica del Vapore, Milano (2008).

Sara Piccini è direttrice della Collezione Maramotti, la prestigiosa raccolta d’arte voluta dall’imprenditore e mecenate Achille Maramotti, con sede a Reggio Emilia.